Festival & Città, le novità del convegno organizzato da Anci a Certaldo

Prossimo incontro con Siae per convenzione a misura di spettacolo di strada e un tavolo partecipato da Scf

03-10-2016

Festival&Città, questo il titolo del convegno di Certaldo promosso da Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per redigere un documento che, oltre ad offrire un focus sulle emergenze ormai croniche patite dallo spettacolo dal vivo, in particolare da quello delle arti di strada e delle manifestazioni organizzate a loro dedicate, sia il canovaccio su cui costruire proposte. Suggerimenti utili a trovare soluzioni normative nelle sedi istituzionali deputate a legiferare. Ormai è un dato di fatto, i festival di spettacolo di strada, sono un’importante occasione di intrattenimento culturale e turistico, muovono pubblico e alimentano l’economia locale di borghi, paesi e città artisticamente interessanti. Se l’immagine turistica spesso ne beneficia non si può dire altrettanto delle casse comunali che impegnano denaro pubblico per realizzare i festival. E’ il caso di Certaldo, dove Mercantia avviata alla 30 edizione, pur essendo considerata manifestazione storica e di successo, presenta uno scoperto di 100 mila euro per il Comune. Giusto un esempio fatto dal sindaco di Certaldo Giacomo Cuni per ricordare come in tempi di crisi sia sempre più difficile per un Comune sostenere in proprio tali sforzi di spesa. Superare l’impasse significa trovare risorse e ottimizzare quelle in campo, i festival devono lavorare insieme, sfruttare una promozione comune, tenere d’occhio il calendario per non pestarsi i piedi l’un l’altro e puntare sulle medesime produzioni artistiche. Come farlo è tutto da vedere, farlo insieme alle istituzioni è invece indispensabile per non gettare a mare quanto esiste e deve nascere.

Fnas, presente al convegno, ha suggerito tra le soluzioni percorribili il modello Viarigi, piccolo borgo dell’astigiano, che sul festival SaltInpiazza lavora tutto l’anno grazie alla scuola di Circo di Milo e Oliva, ai centri estivi che ne sono scaturiti e alla politica di un’Amministrazione illuminata decisa a trasformare, grazie al dialogo con gli artisti la manifestazione in un’occasione di crescita economica e culturale per la comunità. Niente toccata e fuga per lo spettacolo di strada, ma un percorso articolato, che comprende anche l'arte di strada, che potrebbe arricchire la linea del Mibact del ministro Dario Franceschini, giocata sull’incontro tra cultura, educazione, formazione e turismo per valorizzare nuovi territori. I festival per creare ricchezza stabile non vanno subiti, ma costruiti insieme a chi abita i luoghi che li ospitano. “Gli spazi urbani sposati all’arte di strada e al circo contemporaneo sono in grado di accogliere elementi di sviluppo che gli stessi festival, sotto il capello dell’innovazione, devono tornare a fare propri – spiega il presidente Fnas Beppe Boron - la connessione tra festival e arte di strada quale libera espressione può essere forte, è un richiamo alle origini, per questo sostenere gli uni, se questi intraprendono un percorso virtuoso, può significare favorire in modo continuativo le arti di strada, che per svilupparsi hanno bisogno di contare su regolamenti armonizzati e appoggi istituzionali competenti che i festival potrebbero ofrrire. Linee guida di cui le istituzioni possono impadronirsi e delle quali possono beneficiare artisti e manifestazioni virtuose”.

Quattro ore di lavori durante le quali si sono aperti spiragli per sanare insoluti decennali che appesantiscono l’universo delle arti di strada caratterizzato da più di 200 eventi organizzati. Tra le novità un prossimo incontro con la Siae romana in modo da valutare possibili convenzioni adeguate alla reale portata dello spettacolo di strada e la promozione di un tavolo di confronto partecipato anche da SCF per fare chiarezza sul confuso e oneroso sistema di cui fanno le spese festival, artisti e Comuni. Come ovvio tra gli argomenti trattati il Fus, il fondo unico dello spettacolo da sempre tormentone delle riunioni a tema dalle quali emerge l’esigua porzione di denaro pubblico riversata ai festival di spettacolo di strada. Ne beneficiano ben pochi mentre la maggioranza, pur movimentando pubblico, non gode di alcun contributo per la propria attività artistica. La volontà istituzionale sembra quella di spingere per un rimpinguamento del fondo dedicato allo spettacolo di strada e per una dotazione triennale in grado di facilitare una programmazione degli organizzatori degna di questo nome. Non si può inoltre prescindere dalla nascita di percorsi formativi per dotarsi di professionalità capaci di cercare denaro, scovandolo tra i bandi e progettando, magari insieme a partner di reti europee già formate, per andare a meta. Una buona idea per avere le gambe deve uscire dall’isolamento. “Contrariamente a quanto riferito durante il convegno, l’Italia presenta molti progetti culturali all’Europa, ma ne vince pochi – dice Federico Toso, direttore Fnas – da soli è faticoso arrivare al risultato, servono figure professionali dedicate, per questo a breve partiremo in modo sperimentale con un ufficio bandi”. E aggiunge. “Il binomio cultura e turismo è fondamentale ma vorremmo vi fossero più riferimenti all’innovazione, non si può solo pensare ad artisti che animano borghi antichi, trascurando l’ormai avvenuto matrimonio tra tecnologia e artisti – conclude - sono parametri riduttivi”. Appello raccolto da Vincenzo Santoro del dipartimento cultura e turismo di Anci. “Per quanto riguarda la questione fondi è opportuno enfatizzare gli elementi innovativi dello spettacolo da vivo – dice – l’Art bonus se debitamente approfondito apre un varco a suo sostegno, quanto al sistema legislativo, le Regioni possono essere il trait d’ union con lo Stato e dialogare per imboccare la via della triennalità del Fus, che cercheremo di portare avanti. Relativamente ai regolamenti comunali sull’arte di strada, penso sia opportuno ricondurli alle Regioni, mi pare più produttivo. Come Anci siamo disponibili a lavorare con Siae per semplificare ciò che riguarda lo spettacolo di strada ”.

Qui il contenuto dell'intero intervento di Giuseppe Boron