ZAGABRIA, CIRCOSTRADA E FNAS

Il nonsenso di non esserci stati da prima

23-11-2016

Da che la FNAS è entrata a pieno titolo tra i membri del network europeo Circostrada, questa è la seconda volta che sediamo allo stesso tavolo coi colleghi del resto d'Europa. Meglio che a Fresh Circus a Parigi questo secondo appuntamento in Croazia dal 17 al 19 novembre, il General Meeting che è aperto solo ai membri, riporta in maniera chiara, pratica ed operativa il senso profondo di una partecipazione. La comunicazione è semplice e non sono le parole che contano più del loro significato. Persone e realtà di differente estrazione che dialogano attorno alle stesse urgenze e difficoltà. La timidezza con cui l'Italia si approccia a questi appuntamenti europei dovrebbe lasciare il posto a una maggiore presenza.

Riconoscersi nel "mal comune" non è affatto gaudio, ma è viatico importante per una serie di riflessioni. La prima è quella di smettere di immaginare paradisi oltre confine irraggiungibili solo a noi. La seconda è che la scena europea è composta di persone semplici e pratiche che sanno dialogare ed immaginare soluzioni, oltreché calendarizzare i propri passi. La terza è che fare rete resta ancora, nonostante l'inflazione del termine, l'unico mezzo per ottenere risultati, influenzando le politiche comunitarie, nazionali e locali. La quarta è che a questo tavolo europeo mancava, per l'Italia, un soggetto trasversale che potesse rappresentare la scena nazionale nel suo insieme e non solo nelle sue eccellenze avanzate.

La FNAS è entrata nel network Circostrada proprio per questo. Lavorando coi colleghi europei attorno all'organizzazione dell'evento Fresh Street 2017, che si terrà in Portogallo dal 24 al 26 maggio, è emersa chiara e netta l'assenza, nella bozza di programma, di voci italiane. Insieme stiamo lavorando proprio per dare respiro alla ricchezza di testimonianze di cui invece siamo dotati. Da Zagabria torniamo dunque confortati e con la chiara sensazione che di Italia c'è fame in Europa e tanta attesa. Approdare sul palco internazionale sarà dunque "solo" una questione di volontà. Se le realtà italiane sono disposte ad abbandonare un certo isolazionismo autoreferenziale per cominciare ad affacciarsi fuori confine, vedranno coi loro occhi quanto breve sia il confine tra il “noi” e il “loro”.

Detto ciò non si può negare che in Italia esistono dei problemi strutturali, che tuttavia non riguardano sempre e solo la cronica mancanza di fondi. Una delle assenze che riteniamo più grave è ad esempio, quella di un programma di formazione continua alle professioni di accompagnamento alle compagnie e ai festival. Parliamo di collaboratori qualificati che alleggeriscano i creatori e i direttori artistici completando, attraverso profili professionali complementari, il loro lavoro. Siamo abituati a fare tutto “in casa” e a ricoprire più ruoli in un unico corpo. Se la scena italiana vuole condividere la scena europea da protagonista non può fare a meno di questo cambio di mentalità, imparando a strutturarsi.

In Italia sono in corso tentativi di cambiare la struttura di sostegno degli operatori culturali. Alcuni strumenti, per quanto perfettibili, vanno già nella direzione di un cambio virtuoso. La possibilità di triennalizzare la propria programmazione è, ad esempio, uno dei nuovi approcci più evidenti. Tante attese sono poi riposte nel dispositivo di sostegno alla creazione tramite residenze creative, come accade in altri sistemi europei. Essere parte attiva di network come Circostrada rientra a pieno titolo in questo processo di sviluppo. Da questo canale possono arrivare opportunità di partenariato, percorsi di approfondimento, strumenti di influenza sulle politiche locali, proposte per percorsi di vetrina della creazione nazionale, individuazione di nuove risorse, condivisione delle migliori pratiche, contatti di lavoro e, soprattutto, la possibilità di giocare da protagonisti un ruolo per il cambiamento della scena contemporanea.

 

 

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