MILANO IGNORA I DIRITTI DEI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO

Testo del comunicato diffuso da FNAS

19-05-2023

Appello al Sindaco: le Istituzioni devono sostenere gli Artisti, non i progetti commerciali di privati

A Milano, nel mercato agricolo Coldiretti-Campagna Amica di via Friuli, uno spazio commerciale, è stata posizionato un “palco tecnologico” dove si esibiranno ogni venerdì alle 18.30 (dal 12 maggio ai primi di luglio), una serie di artisti durante l’Agriaperitivo. Senza che sia per loro previsto un compenso. E con il Patrocinio comunale.

È la punta dell’iceberg di un problema antico. E’ uno scandalo che ancora una volta non si tenga conto dei diritti dei lavoratori dello spettacolo. In questa faccenda tutti guadagnano tranne gli artisti: guadagna Coldiretti e i suoi espositori, che organizza l’ “Agriaperitivo”, guadagna Openstage che realizza le postazioni tecnologiche, ma gli artisti no, per loro non è previsto alcunché. Possono “fare cappello”, ovvero richiedere un contributo economico al pubblico, passando con il cappello in mano, ma questa non è arte di strada, qui c’è un palco, una programmazione, questo è un ingaggio a tutti gli effetti. Non sono lavoratori gli artisti? E come tutti i lavoratori non hanno diritto a un compenso regolare con tanto di contributi e tasse pagati? Se uno di loro durante un’esibizione ha un qualsiasi incidente o quel giorno non si sentisse bene non ha diritto all’infortunio o alla malattia? Per quale motivo il Municipio 4 del Comune di Milano (dove sorge il Mercato gestito da Coldiretti) concede il proprio Patrocinio se vengono accantonate le più basilari norme sul lavoro non viene riconosciuto il lavoro dell’artista?

Questa è solo la goccia che fa traboccare il vaso.

Dall’1 gennaio 2023 per gestire le postazioni di arte di strada, in spazi pubblici, dove è proibita qualunque attività commerciale e pubblicitaria, il comune ha scelto un’azienda commerciale che si occupa di produrre e commercializzare colonnine attrezzate con impianto di amplificazione e di organizzazione eventi, La gestione avviene attraverso un’applicazione che è zeppa di eventi da loro organizzati, spesso in forma di concorso o talent. Manifestazioni dove, per promuovere le stesse, si fa largo uso di parole come opportunità e visibilità, parole che troppe volte abbiamo sentito, ma che purtroppo fanno leva su nervi scoperti di molti giovani e meno giovani artisti, mai che si parli di lavoro come si dovrebbe fare, nel frattempo l’azienda organizza eventi e vende colonnine. Si è creata una gran confusione fra questi eventi e l’arte di strada mischiandoli all’interno della suddetta applicazione.

Questo meccanismo, forse inconsapevolmente per le parti coinvolte, non tutela certo gli artisti, si incrementa il lavoro nero, si violano i diritti costituzionali. La nostra è una repubblica fondata sul lavoro, se ne devono rispettare le norme e se ne devono riconoscere le caratteristiche. Una prestazione di un servizio a terzi è lavoro. Non si devono sovrapporre i due livelli: arte di strada e spettacolo.

Facciamo un po’ di chiarezza. L’arte di strada è per sua definizione il diritto del cittadino all’ utilizzo artistico dello spazio pubblico nell’ambito del Regolamento comunale. Per fare ciò l’artista che si esibisce può anche ricevere contributi da parte del pubblico.

Totalmente diverso è che l’esibizione avvenga all’interno di una programmazione calendarizzata, in uno spazio privato, con aziende private che vendono prodotti, con partecipazione di sponsor e campagna pubblicitaria: questo si chiama spettacolo, è un ingaggio, un’esibizione per cui deve essere riconosciuto un giusto compenso, anche SIAE riconosce un differente trattamento dei diritti d’autore. Nel primo l’artista ha un abbonamento annuale forfettario che può usare in tutto il paese. Nel secondo l’organizzatore deve pagare i diritti relativi a ogni evento che organizza secondo le tariffe.

Questo, oltre al malfunzionamento della piattaforma, è ciò che denunciamo da mesi al comune, che però, mai ci ha dato risposta. Ora crediamo si sia superato il limite. Quando, come nel caso “Coldiretti Campagna Amica” si fa spettacolo in senso stretto, in uno spazio privato, con attività commerciali e pubblicitarie gli artisti lavoratori devono essere pagati secondo le norme contrattuali vigenti.

Che aziende private ignorino i diritti dei lavoratori dello spettacolo per promuoversi e vendere i propri prodotti è cosa che abbiamo già visto, è pieno di talent, concorsi, “occasioni di visibilità” e “opportunità per giovani”, ma che per fare questo venga loro concesso il patrocinio del Municipio 4 e quindi del Comune noi lo troviamo scandaloso.

FNAS da sempre si batte per i diritti dei lavoratori dello spettacolo e per il riconoscimento del lavoro dell’artista e del lavoro intermittente. Per questo ha contribuito alla fondazione di UNISCA, un’associazione di soggetti associativi che comprendono tutta la filiera della produzione artistica e lo fanno in maniera etica.

L’iter della Legge di riforma è lungo e complesso, e con il cambio di governo ha subito un brusco rallentamento,, ma se i primi a non comprendere che i lavoratori dello spettacolo hanno gli stessi diritti degli altri lavoratori sono le Istituzioni sarà ancora più arduo arrivare all’obiettivo.

Abbiamo scritto una lettera di protesta al Presidente e all’Assessore del Municipio 4, chiedendo un incontro. Dopo oltre una settimana non abbiamo ricevuto risposta. Speriamo che facciano un passo indietro e, la prossima volta, siano più attenti nello scegliere chi e cosa patrocinare magari avendo un occhio di riguardo in più sui diritti dei lavoratori dello spettacolo.

In conclusione chiediamo al comune:

* Di chiedere la contrattualizzazione dei lavoratori nel programma “Coldiretti - Campagna Amica” pena il ritiro del patrocinio

* Chiarezza da parte sulla propria posizione nei confronti dei diritti dei lavoratori dello spettacolo

* La separazione netta in due piattaforme separate tra arte di strada e spettacolo ed eventi privati organizzati da Open Stage

In conclusione chiediamo a “Coldiretti - Campagna Amica”:

* Il riconoscimento del lavoro degli artisti e la loro contrattualizzazione

In conclusione chiediamo a Open Stage:* Il riconoscimento del lavoro degli artisti e la loro contrattualizzazione* Maggiore chiarezza nelle regole di ingaggio* Maggiore chiarezza su chi, di volta in volta, ricade il pagamento del diritto d’autore* La separazione netta in due piattaforme separate tra arte di strada e spettacolo ed eventi privati organizzati da Open Stage